sabato 13 novembre 2010

Governare


Governare, ragionare politicamente è molto difficile e faticoso: occorre studio, coerenza politica capacità di gestione di realtà ed esigenze molto diverse. Occorre rispettare processi decisionali e patti interni ed esterni, quali quelli che si instaurano in alleanze e coalizioni. Occorre in altre parole una cultura di governo, un senso vasto e profondo dei bisogni del paese e delle sue istituzioni.



Rispetto alla guida di un grande partito moderato e all’attività di governo, la pratica dell’estremismo politico con il connesso spirito di corpo è molto più semplice, e forse più divertente. Per molti, la riduzione della complessità della vita sociale all’elementarità dell’istinto gregario è una forma di rassicurazione. Oltre a questo, lo spirito di gang è particolarmente attraente perché esercita una forte suggestione adolescenziale. E’ come una forma di ringiovanimento, il recupero di una pienezza esistenziale, in cui la vita, che le scelte e la grigia routine dell’età adulta limitano irrimediabilmente, può ancora apparire come una grande avventura. Il vitalismo distruttivo, crea poi in chi lo pratica un sentimento di importanza, fa sentire padroni del mondo.

Ribellismo


Un parlamento autoreferenziale, che persegue solo gli interessi e le mediocri ambizioni di gruppi e gruppuscoli, perde la sua fondamentale funzione di espressione e di mediazione degli interessi e dei conflitti di un paese.



I poteri forti o deboli che siano, non trovando sbocco in parlamento, saranno necessariamente perseguiti in forma extraparlamentare e extra-istituzionale. Il risultato di questi zelanti fautori del “ritorno alla politica”, non potrà essere altro che l’ulteriore allargamento dell’area dell’antipolitica e dell’astensione se non la piena legittimazione di un ribellismo che potrebbe assumere forme violente.

lunedì 25 ottobre 2010

Noi buoi

I buoi sono bovini adulti castrati.
Non sarà che Berlusconi e il PdL abbiano toccato il fondo peggio che dilettanti allo sbaraglio: incapaci a briglia sciolta. Poi ci sono gli altri, tutti dilettanti allo sbaraglio. Quando accadrà che "noi buoi" non ne abbiamo ancora abbastanza di tirare il carro?



Con tanti saluti alla Costituzione. Le riforme le fanno i politici, non i maghi del cavillo. Occorre che siano strutturate, non furbette. Occorre che la guida sia in mani politiche, che il ministro competente sia lo stratega, non il portavoce (con tutto il rispetto per un politico attrezzato, quindi consapevole del danno che ne ricava). Altrimenti si crede di avanzare al galoppo, ma si gira attorno essendo in groppa a cavillo pazzo.
 
Nel nostro Paese la maggioranza è condannata a muoversi entro limiti e secondo criteri dettati da una minoranza agguerrita e spregiudicata. Sempre la stessa, a meno che la maggioranza non trovi uno sbocco per farsi sentire come è giusto che sia. Ma non aspettiamoci che qualcuno fra gli arbitri venga in nostro aiuto.



Mentre "noi" comuni cittadini, saltuariamente tentiamo di piagnucolare qualche protesta, in Italia, come ovunque, non si capisce chi veramente governa. Amici buoi!

Sono solo i soliti e ben identificabili gruppi di potere, da annoverare nemmeno sempre fra i "ricchi" che stanno tentando ormai da anni di ribaltare i risultati usciti dalle urne.
Non è possibile gestire ragionevolmente una situazione per cui convivano una magistratura assolutamente indipendente, libera di sindacalizzarsi, politicizzarsi e organizzarsi come le pare, e una politica che non venga protetta, durante l'esercizio delle proprie funzioni, da attacchi giudiziari che potrebbero rivelarsi poi pure e semplici montature.

Neppure esercitando il diritto di voto, "noi buoi" contiamo qualcosa e siamo usati.


Si è assistito a quello che ha tutta l’aria di essere il tradimento finale.

Da Fabio Granata, katanga finiano: «dopo le parole del presidente Napolitano si volta pagina sul lodo. Si dovrà ridiscutere tutto e radicalmente».
Giulia Bongiorno, avvocato di Fini e presidente della commissione Giustizia di Montecitorio, benediceva sorridente. E anche a "noi" ci viene da ridere. Assistiamo a uno spassoso spettacolo 24/24, 7/7. Peccato che non sia gratis e che gli attori, e tutto il contorno, costa enormemente oltre ciò che possiamo permetterci.
Fini, nel convegno che lo vedeva tracciare alti scenari assieme a Massimo D’Alema, ha proposto di tassare le rendite finanziarie al 25%, vecchia idea di Fausto Bertinotti. Loro devono garantirsi la posizione, a "noi" spetterà reggere la cattiva amministrazione dei nostri eletti.


E’ ingiusto, però, gettare la colpa addosso a chi vive attorno alle discariche, perché non solo hanno anche delle ragioni, e forti, ma sul fuoco del loro disagio soffiano tutti, a cominciare dalle testate nazionali che sbertucciano il governo: ma come, non avevate risolto il problema? Tutto sta ad intendersi: quale problema?

Fateci capire: mentre si sostiene che le province vanno abolite (nell’anno del mai) si passa loro la competenza sui rifiuti. Se questa è la via per il federalismo, meglio smarrirla.

Io non capisco! O capisco solo che in troppi esigono di mantenere le loro poltrone di destra, di centro e di sinistra.

martedì 5 ottobre 2010

Facebook


Per il gruppo "Mestiere di cittadino" ho scelto un'immagine conosciuta da molti e che bene rappresenta il cittadino comune.



Rispetto all'epoca rappresentata nell'immagine ora il cittadino comune può disporre del social network. Dovremmo autoistruirci non per protestare, perché quando protestiamo favoriamo chi ci sfrutta

mercoledì 11 agosto 2010

Soldi nostri

I partiti godono del finanziamento pubblico, ossia vivono con i soldi dei cittadini, e quindi a questi ultimi un qualche obbligo morale di conoscere con quali logiche corrette o malsane un partito si muove è quantomeno dovuto. Storie di coraggio.

Scritto da Bartolomeo Di Monaco lunedì 9 agosto 2010 su Il legno storto.

martedì 10 agosto 2010

Coraggio

Mi illudo che sia possibile sollecitare le famiglie dei cittadini comuni con l'esortazione a fare quanto basta per attingere alla politica di casa e in essa realizzare soluzioni transitorie per i giovani. Stage formativi, intendo. Un’alternativa al servizio obbligatorio di leva. Non soluzioni definitive.
I giovani, selezionati da altri coetanei e supportati dalle loro famiglie, quanto più allargate possibile, devono acquisire dalla pratica tutte le esperienze che servono per vivere. Perché non occuparsi anche di politica in periodi alterni, assolutamente non continuativi, nell'attività di governo o di opposizione?

E’ possibile che si incontri il giovane che non sia quel duro che mostra di essere, e che invece sotto sotto sia uno che la paura se lo mangia in un sol boccone. Di uno, ormai adulto e navigato, lo hanno detto alcuni suoi compagni di gioventù, quando quel giovane era soprannominato "er caghetta".
Aneddoto scritto da Bartolomeo Di Monaco, su Il legno storto, lunedì 9 agosto 2010 sul coraggio del giovane: “Per carità, da ragazzi con la testa strampalata si può diventare adulti, però il coraggio uno non se lo può dare da sé. O ci è nato, con il coraggio, o quello che appare è solo un umiliante placebo.”

Questi giovani vanno individuati e non riproposti nella politica. Eppure pare che sia questa la specie che fa carriera in politica. Ma si può fare anche diversamente da così. Oppure si subiscono per decenni e si consente loro una carriera splendida, per loro.